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Movimento 5 Stelle

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venerdì 1 agosto 2014

Il divario tra amministratori e cittadini: i primi si autodeterminano stipendi e vitalizi!

Nicola Gottardi, Paolo Vergnano, Fabrizio Costantino, Cristiano Zanella, Marianna Demmatè
Uno solo è il vantaggio derivato da una crisi economica come quella attuale: mettere in luce quello che non va bene. E una cosa che proprio non va in un contesto caratterizzato da una disoccupazione giovanile che va oltre il 40%, con famiglie in perenne difficoltà, è proprio il divario economico fatto di privilegi da “antico regime”. Per questo motivo il Movimento 5 Stelle ritorna a battere il martello sul chiodo dei vitalizi. E' una questione morale; è una questione di “uguaglianza”. Sì.. di uguaglianza e di legalità, perché quello che questa crisi mette in evidenza sono le diseguaglianze sociali ed economiche. Obiettivo della politica, e di tutta la società, è di garantire “l'uguaglianza” eliminando le disuguaglianze e le ingiustizie. Questa mattina (1 agosto 2014) presso il palazzo della Regione, il Comitato cittadino 5 stelle contro i vitalizi, a seguito della sentenza del Tar che ha reso illegittimo il ricorso fatto dai consiglieri provinciali del Movimento 5 Stelle (senza giustificarne il motivo), ha presentato alla stampa il piano B: annullare la legge per incostituzionalità con ricorso al Capo dello Stato. Tre sono i principi che stanno alla base di questo secondo passaggio: incostituzionalità, conflitto di interesse, non rispetto del principio di uguaglianza. «La politica -spiega Marianna Demattè- deve essere uno strumento per il bene comune e non per occupare posizioni di privilegio. La nostra classe politica provinciale non è diversa da quella di altre Regioni. Ci sono cittadini che hanno perso il lavoro e altri che non riescono a trovarlo. Abbiamo istituito questo comitato al fine di portare avanti un'azione legale contro la legge provinciale su vitalizi». Il nuovo ricorso. Il primo ricorso, presentato dai Consiglieri Provinciali del Movimento 5 Stelle, era stato bocciato e su questa sentenza -spiega Cristiano Zanella- «mi vien da pensare male perché ci sono dei giudici nominati dalla Provincia: anche in Trentino esiste qualche interesse politico in ambito giudiziario. Sarebbe opportuno, ora, con la riforma dello Statuto dell'Autonomia, eliminare la norma che da la possibilità ai politici di nominare e giudicare l'operato dei giudici». Sul tema dei vitalizzi «abbiamo deciso quindi di ricorrere al Capo dello Stato perché questo iter prevede una prima scrematura e un primo parere da parte del Governo».
Due le colonne portanti del ricorso: L'incostituzionalità della legge sui vitalizi. 
La legge va contro lo Statuto di Autonomia. Sono stati dati poteri all'Ufficio di presidenza: poteri che dovevano essere dati alla Giunta Regionale perché è la Giunta che deve deliberare sui regolamenti che attuano le leggi. Il conflitto di interesse. 
Dal momento in cui l'Ufficio di Presidenza ha deliberato l'ammontare dei compensi, alcuni membri dell'Ufficio erano in conflitto di interessi perché erano loro stessi i beneficiari degli assegni. Chi ha votato la legge, in poche parole, incassa il vitalizio.