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Movimento 5 Stelle

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domenica 29 dicembre 2013

Principio di Pareto ed economia politica applicata alle pensioni.

Siamo negli ultimi anni del 1800, quando l'ingegnere Vilfredo Pareto elaborò il suo famoso (nel marketing e nell'economia aziendale) principio: il Principio di Pareto, anche conosciuto come Curva ABC.
Personalmente l'ho studiato partecipando ad un master di gestione aziendale, all'interno del quale il Principio era usato per comprendere gli effetti microeconomici dei magazzini e dei pesi dei clienti.
In poche parole Pareto studiò un metodo matematico per definire gli indicatori economici a livello sociale, i quali sono ancora validi per tutte le attività economiche.
Quantile dell'indicatore economicoPercentuale sul totale
Primo (i più imoprtanti) 20%82,70%
Secondo 20%11,75%
Terzo 20%2,30%
Quarto 20%1,85%
Quinto (i più poveri) 20%1,40%
Questo è valido tutt'ora, naturalmente con qualche unità di differenza, per qualsiasi misurazione economica.
  • economia: l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione. Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle vendite. Oppure: per treni e aerei l'80% dei ricavi deriva da un 20% di rotte non in perdita; l'80% del deficit sanitario italiano è localizzato in un 20% di ASL sparse sul territorio.
  • qualità: il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clienti.
  • informatica: l'80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli. Oppure: l'80% dei visitatori di un sito vede solo il 20% delle pagine.
  • controllo di gestione: l'80% dei costi è determinato dal 20% delle attività svolte. Oppure: l'80% del valore del magazzino è determinato dal 20% degli articoli totali. (Wikipedia)

Qualche tempo fa discutevo con Cristiano Zanella, e gli ho chiesto:

- ma secondo te, l'idea che sia più facile trovare le risorse aumentando di poco le tasse agli strati di popolazione più poveri è corretta scientificamente?Al momento non siamo riusciti a trovare una risposta.Durante la discussione mi è venuto in mente l'ingegnere italiano di fine ottocento, e ci siamo chiesti: 

-la tassa sul grano di italiana memoria, ha basi economiche o solo politiche?

Se si aumentano le tasse del 10% al Quinto, al Quarto e al Terzo quantile, si raggiunge il 60% della popolazione, ma solo il 5.5% del PIL totale.Possiamo quindi dire che aumentando del 10% le tasse al 60% della popolazione più povera, riesco ad ottenere un aumento di gettito fiscale dello 0,55%.Anche aggiungendo il Secondo quantile si arriva al 17,3 del PIL totale. Il che significherebbe raggiungere un aumento del gettito del 1,73%. Chiamiamolo 'Caso A'.

E se capovolgessimo la situazione?

Proviamo ad aumentare il gettito fiscale prelevandolo dal Primo quantile. Aumentando il gettito del 10% produrremmo un risultato dell'8,27% di aumento. Questo è il 'Caso B'.

E quali effetti sociali avremmo nei due casi?

-Caso A: la diminuzione del 10% in soggetti a basso e bassissimo reddito provoca la caduta nella povertà di una massa di popolazione enorme. Disastri sociali, equivalenti a sommosse e a una brusca frenata nei consumi interni. Già...un uomo consuma sempre la stessa quantità di beni primari, sia povero che ricco..l'unica differenza è nei beni di lusso. Ma anche qui, per fare in modo di avere una grande produzione di beni di lusso occorre una piccola e media borghesia ampia. Se questa cade al limite della povertà, anche il commercio di questi beni si blocca, creando disoccupazione e stagnazione economica.

- Caso B. La diminuzione del 10% del reddito a soggetti ricchi non modifica in nessun modo il loro tenore di vita. Non li avvicina alla soglia della povertà e soprattutto...produce un gettito fiscale di 5 volte superiore.



Abbiamo quindi trasportato il concetto sulle pensioni.Gli economisti neoliberisti ci hanno sempre detto (e ridetto...e ridetto...) che per 'aggiustare' i conti dell'istituto pensionistico (INPS) occorreva prelevare dalle pensioni più basse, quelle dei lavoratori.Lo hanno detto con tale convinzione che anche i sindacati ci sono cascati.Facendo i conti col Principio di Pareto invece scopriamo che il 20% (Primo quantile) dei pensionati prende l'80% di tutto l'ammontare pensionistico.Risulta quindi inutile economicamente e dannoso socialmente, prelevare dalle pensioni più deboli. Sarebbe decisamente produttivo porre un tetto massimo alle pensioni, che permettesse una vita più che decorosa ai pensionati, ma che li rendesse tutti al di sopra della soglia di povertà.Quindi la proposta del Movimento 5 Stelle, di abbassare il tetto pensionistico a 5000 € netti al mese, e alzare contemporaneamente la soglia minima a 1000 € al mese, non solo è fattibile, ma sarebbe di tale dirompenza che abbatterebbe immediatamente il cuneo fiscale dei lavoratori attuali, rendendo di fatto tutta la popolazione più ricca.Certo, faremmo un dispiacere a qualche migliaio di persone, che si troverebbero a prendere una pensione decurtata, ma anche a fare un piacere infinito a milioni di altri, rendendoli indipendenti economicamente.E tutto questo usando e studiando una teoria economica, attualissima e ancora modernissima, scoperta da un ingegnere italiano alla fine del 1800.




sabato 7 dicembre 2013

Forza Italia, la nuova società post fallimentare del berlusconismo

L'idea che l'Onorevole Biancofiore ha paventato oggi della vicinanza tra la  fantomatica nuova Forza Italia e il Movimento 5 Stelle sa di canto del cigno.
I miei 44 anni mi permettono di ricordare perfettamente gli sforzi berlusconiani per ottenere lo sdoganamento nella politica europea, sdoganamento effettuato attraverso l'intercessione dell'allora potentissima famiglia Agnelli nella persona stessa dell'Avvocato. Solo dopo questa intercessione il patron della Fininvest ha potuto sdoganare a sua volta prima Alleanza nazionale di Fini e poi la Lega di Bossi.
Sentire oggi che la 'Nuova Forza Italia' sbandiera le istanze antieuropeiste non solo fa ridere, ma sa di ennesimo raggiro del cittadino italiano.
Ricordo che durante questi 20 anni in nostro 'megaimprenditore' è riuscito a far eleggere al Parlamento Europeo politici del calibro di Iva Zanicchi e Gerry Scotti, i quali non ci hanno fulminato per la loro dedizione alle istanze italiane in seno alla politica europea.
Qualsiasi imprenditore o dirigente aziendale può dire che l'Italia è stata abbandonata nelle mani di politici francesi e nord europei, questi sì bravi e capaci, che hanno chiaramente fatto gli interessi dei loro rispettivi paesi.
Se l'Italia versa nelle condizioni disperate in cui si trova ora, almeno il 50% delle colpe è da asserire al partito Forza Italia-PDL (ora Nuova Forza Italia).
Che un'esponente locale di questa rivistitata area politica ora ci venga a raccontare che combatterà la battaglia per riportare l'Italia nella giusta posizione in seno al Parlamento Europeo, fa difatto, ridere.
Ridicolo è anche dichiarare che il Movimento 5 Stelle abbia copiato dai club di futura (e sottolineo futura) organizzazione. Ricordo che i Meetup sono realtà pluriennali in tutto il territorio italiano.
Chiedo quindi all'Onorevole Biancofiore dove trovi il coraggio di proporsi nella veste di antieuropeista, quando ha fatto parte di un governo (Letta-Alfano) costituito proprio per obbligare l'Italia a non ridiscutere i trattati europei e aver fatto nascere il governo Monti, altro governo istituito per ottemperare alle direttive della troika.
Noi non abbiamo televisioni e giornali, ma spero vivamente nella memoria dei miei concittadini e nell'onestà intellettuale degli organi di stampa non legati commercialmente a Forza Italia.

PS. Ridicolo è pure che la stessa Biancofiore si dica pronta ad un'alleanza con Grillo (senza neppure fare il nome del Movimento). Probabilmente intendeva dire che cerca un socio per il suo prossimo centro estetico.



sabato 9 novembre 2013

Trasporto pubblico e società

Ho ripreso la tastiera dopo le elezioni provinciali.
L'occasione mi viene fornita dalla sensazione che alcune proposte del Movimento, e mie in particolare, possano essere l'occasione per un dibattito serio nel nostro territorio, e magari anche in altre parti d'Italia.
Parlo del trasporto pubblico gratuito.
Questa settimana, con Cristiano Zanella, abbiamo ripreso le fila del progetto e ci stiamo rendendo conto che la discussione continua e anzi si sta facendo più interessante dopo le elezioni.
E' paradossale che un momento di confronto politico serva solo per elevare muri e scavare trincee tra le persone e gli schieramenti, mentre dovrebbe essere il motore delle proposte per il futuro.
Ma è umano. La competizione crea fronti contrapposti, e questi scavano naturalmente trincee.
Ora la competizione è finita.
Ora siamo tornati ad essere cittadini e a presentare proposte, non a combattere contro qualcuno.
Da cittadino vorrei costruire un ambiente migliore per i miei figli, un ambiente che possa sopravvivere alla crescita del benessere della popolazione.
Vorremmo quindi sviluppare un percorso che possa creare una base comune per la realizzazione di un Trentino collettivo, di un Trentino cooperativo, di un Trentino sociale.
Tutte parole che sono nel tessuto imprenditoriale e politico...a parole, ma poi che spesso si misurano solo nei convegni e nelle proposte.
La domanda che mi faccio è: cosa c'è di più collettivo e cooperativo di un'idea di trasporto pubblico efficiente e alla portata di tutti?
Sono ormai quasi due anni che studiamo il trasporto pubblico per formulare una proposta che abbia tre caratteristiche fondamentali:
- abbattimento del traffico automobilistico;
- velocità di esecuzione;
- economicità di realizzazione.
Insieme a molti amministratori europei abbiamo partecipato a convegni per comprendere quali siano le motivazioni che rendono tali obiettivi necessari e quali siano le necessità operative nel raggiungere questi risultati.
Questo articolo è solo il primo di una serie che vuole aprire un confronto leale e pratico con tutte le persone e le forze che vogliano vivere in un territorio più vicino alle persone.

Abbattimento del traffico automobilistico.

La Commissione Europea chiede alle amministrazioni locali di attuare politiche che portino a tale risultato. Ma non dobbiamo operare delle scelte solo in base alle richieste della Commissione, dobbiamo farlo se queste richieste hanno una logica.
Il traffico crea inquinamento.
In Trentino, nella Valle dell'Adige e Alto Garda, viviamo costantemente sopra i limiti di inquinamento dettati dalla EU.
Lo possiamo misurare dai dati che ci fornisce l'APPA.
Ieri (venerdì 8 novembre) a Trento si misuravano 48 µg/m3 nel Parco S.Chiara (in un Parco!!!) e 75 in via Bolzano. A Rovereto in Largo Posta se ne misuravano 42, a Riva del Garda 37.
Il limite europeo è di 40 µg/m3: possiamo dire che siamo costantemente sopra i livelli di inquinamento.
Infatti sono ricomparsi i cartelli di divieto di transito per le automobili Euro 0.
Il vivere constantemente a questi livelli implica il generarsi di malattie croniche a danno del sistema bronco respiratorio (asma, allergia, affezioni bronchiali croniche) e aggravano le malattie cardiocircolatorie.
Il costo sociale di tali effetti non è stato ancora studiato, ma è evidente e non confutabile che sia notevole.
Il traffico crea incidenti.
La statistica ACI che riguarda gli incidenti indica una diminuzione del numero di incidenti del 9% e dei morti del 5,4% a livello nazionale, ma ne spiega il risultato con la minore mobilità della popolazione a causa della crisi. Di fatto l’ACI certifica che diminuendo il traffico automobilistico diminuiscono gli incidenti e i morti.
Solo in Trentino ci sono stati oltre 2000 feriti e 38 morti nel 2012.
I costi di tali incidenti sono enormi, non solo personali e familiari, ma anche economici. Ripristino delle strade, giorni lavorativi persi, spese sanitarie, perdita di professionalità...Tutti costi che non si imputano mai al ‘costo’ automobilistico, ma che lo rendono costoso e impegnativo per tutta la collettività.
Il traffico crea solitudine.
Passiamo in automobile quasi 1300 ore all’anno. Quasi 3,5 ore al giorno, tutti i giorni.
Soli. Senza possibilità di comunicare con nessuno, infatti cerchiamo ogni metodo per farlo, telefono, sms, facebook, twitter..tutti mezzi utilizzati moltissimo mentre si guida. Pensiamo solo ai nuovi social network che riescono a scrivere i messaggi ‘dettati’, sono sistemi utilizzati per la maggior parte in automobile.
In auto siamo soli, senza possibilità di confronto. In un mezzo pubblico siamo insieme.
Si, perchè il trasporto pubblico ha anche questa funzione, avvicinare le persone tra loro, farle parlare, renderle meno sole.
I dati scientifici spiegano che dove il trasporto pubblico è efficiente e utilizzato dalla maggior parte della popolazione aumentino le visite ‘sociali’ come quelle ospedaliere e nelle case di riposo . Di fatto il trasporto pubblico va di pari passo con il volontariato non organizzato.
L’automobile costa.
Tra spese di ammortamento del capitale, ovvero per acquistare l’automobile, e il costo di mantenimento, l’ACI indica circa 0,50 € al km la spesa che ognuno di noi sostiene per utilizzare il mezzo privato.
Pensando ad una percorrenza media di 11.000 km all’anno, si calcola che mediamente ogni anno un automobilista spenda 5.500 €, ovvero 460 € al mese.
Prendiamo il caso di un lavoratore che percorre una tratta giornaliera di circa 25 km, e caliamola nella realtà trentina. Chiunque faccia le seguenti tratte per recarsi sul luogo di lavoro rientra nei calcoli successivi:
- Rovereto-Trento
- Levico - Trento
- Mezzocorona -Trento
- Riva del Garda - Rovereto.
Tutti questi lavoratori fanno circa 11.000 km all’anno solo per recarsi sul luogo di lavoro. A questi occorre aggiungere quelli per la vita sociale e per il tempo libero.
Ma possiamo dire, tabelle ACI alla mano, che questi lavoratori spendono per recarsi a lavorare circa 400€ al mese.
Il tempo passato in automobile da questi pendolari è di circa 1,4 ore al giorno, 28 ore al mese, oltre 300 all’anno.

Occorre iniziare a ragionare su come mezzi alternativi possano aiutare il cittadino a:
- vivere in un ambiente più sano
- vivere in un ambiente più sicuro
- vivere in un territorio meno costoso
- vivere in un territorio meno stressante e solitario.

Nei prossimi giorni analizzerò i due punti successivi:
- velocità di esecuzione;

- economicità di realizzazione.


venerdì 25 ottobre 2013

“El nos Berlusconi”

Non possiamo credere ai nostri occhi.
Tutti ormai sono a favore del trasporto pubblico gratuito.
Gisenti non partecipa ai confronti, proprio per non far capire che non ha nessuna idea sui trasporti pubblici, e poi l’ultimo giorno disponibile fa uscire dal cappello la proposta più stupida che si possa fare: l’unione dei buoni benzina e del trasporto pubblico gratuito.
Copiare male serve solo a fare pasticci.
Grisenti è un ottimo markettaro della politica, ma un pessimo politico.

“El nos Berlusconi” copia male, e governerà peggio.

giovedì 24 ottobre 2013

I partiti e la scelta dei candidati - Il PD di Olivi e l'Alto Garda

Mi imbatto in un video e rimango colpito dalle accuse fatte al candidato del PD altogardesano Roberto Pellegrini.Nessuno nega la sua capacità imprenditoriale e manageriale, ma mi chiedo se, dopo tutte le cariche che ricopre, abbia ancora il tempo di fare il Consigliere Provinciale...

Lasciatemi un dubbio in tal proposito.

Inoltre le sue cariche sembrano effettivamente avere qualche conflitto di interessi, visto che Pellegrini chiede alla comunità trentina 80 milioni per espandere il polo fieristico gardesano. 

Ma ognuno si faccia un giudizio proprio senza condizionamenti.

Mi chiedo solo: il PD non aveva altri candidati da presentare a Riva del Garda? Magari meno legati alla gestione del denaro pubblico e degli interessi privati?

Quindi faccio un giro sul sito della Riva del Garda - Fierecongressi S.p.A. e, pure essendo una società a capitale pubblico, non trovo bilanci e stipendi degli amministratori.
Questa è l'idea di trasparenza che il PD vuole propinarci?
Guardate e giudicate.

http://www.youreporter.it/video_la_verita_sulle_elezioni_trentine_-_altogardesane


Ho solo domande, le risposte le lascio a voi.
Ricordandovi che il 27 ottobre avete la possibilità di scegliere.


martedì 22 ottobre 2013

Carteggio con le società del trasporto pubblico trentino

In data 12 ottobre abbiamo inviato una lettera aperta ai presidenti di Trentino Trasporti Spa e Trentino Trasporti Esercizio Spa.

Lettera aperta ai presidenti di Trentino Trasporti Spa e Trentino Trasporti Esercizio Spa.
 Trento, 12 ottobre ’13
 Oggetto: dibattito pubblico sul trasporto pubblico in Trentino

Egregi signori,

Vi chiediamo cortesemente di presenziare ad un dibattito pubblico con voi, per discutere
insieme alla cittadinanza del futuro del trasporto pubblico in Trentino, che ci sembra gravato
da tagli senza avere un piano industriale per il prossimo futuro.
 Vorremmo un confronto riguardo le nostre proposte sulla gestione del servizio di trasporto
pubblico e in particolare del Trasporto Pubblico Gratuito.
 Tali soluzioni sono supportate da studi e attuate da molte amministrazioni di tutta Europa e
osservate con favore da alcuni commissari europei della Commissione Trasporti con cui siamo
in contatto, ma sono state bocciate dai candidati locali i quali però, al contrario nostro, non
hanno offerto dati a supporto delle loro tesi ma solo demagogici slogan.
 Siamo quindi a chiederVi un tavolo di confronto in cui le nostre tesi, che includono anche la
gestione economica delle società da Voi amministrate, siano bilanciate dalle vostre verifiche,
in nome della trasparenza e della correttezza che Voi dovete dimostrare ai cittadini del
Trentino.
 Le sedi e gli orari sono a vostra discrezione naturalmente entro il 25 ottobre.
 Ringraziandovi della cortesia, vi porgiamo i più distinti saluti.

Per il Movimento 5 Stelle - Trentino
 Cristiano Zanella
 Paolo Vergnano


La risposta dei due presidenti:



e la nostra controreplica pubblicata il 22 ottobre:

Ringraziamo i Presidenti di Trentino Trasporti Spa e Trentino Trasporti Esercizio Spa per la sollecita risposta alla nostra richiesta di incontro (anche se negato) per verificare la possibilità tecnica del nostro progetto di trasporto pubblico gratuito e per avere qualche delucidazione sui costi sostenuti da TT e TTE per poterli comparare con i costi standard di altri gestori europei.
Con enorme stupore non solo i due presidenti non ci accordano l’appuntamento, ma ci offrono un’immagine della loro gestione completamente china alle direttive della Provincia Autonoma di Trento, di cui si dichiarano Enti Strumentali. Ma allora ci chiediamo: a cosa servono 2 consigli di amministrazione e 7 dirigenti, oltre ad un numero imprecisato (un centinaio?) di quadri, in società che prendono ordini diretti dagli uffici competenti della PAT? Non sarebbe più agevole, sensato, e meno costoso, che fossero appunto gli uffici del personale, del trasporto e degli appalti della Provincia a gestire direttamente l’operato di tale prezioso comparto, e magari assorbire i veri lavoratori (autisti, manutentori e amministrativi) direttamente in PAT?
Troviamo inoltre irrispettoso che ci rimandino alla lettura del bilancio pubblicato su internet per trovare le risposte alle domande poste, proprio per la richiesta di trasparenza e di obiettività da parte della cittadinanza in un periodo così delicato come quello elettorale. Prendendo atto di tale decisione, vogliamo quindi pubblicamente chiedere ai due Presidenti la descrizione delle macrovoci di bilancio riguardante il personale e gli altri costi:
  • da calcoli da noi effettuati, risulterebbero circa sei milioni di euro di differenza tra il costo del personale dichiarato in TTE e quello applicabile in condizioni normali al numero dei dipendenti;
  • nella voci di spesa abbiamo notato, a parità di standard di servizio, un maggior costo di circa 10 milioni di euro rispetto a realtà europee, equiparabili a TTE, da noi studiate e interpellate.
Con una semplice riunione di 20 minuti avremmo sicuramente avuto delle risposte esaurienti ai semplici quesiti posti. Forse sarebbe stato troppo rispetto agli standard di trasparenza a cui ci hanno abituato in Provincia di Trento.
di Paolo Vergnano e Cristiano Zanella
Candidati consiglieri – MoVimento 5 Stelle

mercoledì 9 ottobre 2013

Trento Rise, Deloitte, ITEA e gli affaristi trentini

In Trentino non abbiamo solo i 'palazzinari', coloro che acquistano immobili e terreni dalla pubblica amministrazione sottostimati per poi riqualificarli e rimetterli sul mercato, magari affittandoli alla stessa, con plusvalenze da capogiro.
Usufruiamo anche di fantasmagoriche consulenze ultramilionarie da parte di società multinazionali specializzate in gestione aziendale. Classiche aziende più longeve degli stati e amministrazioni a cui fanno consulenza, infinite e immortali guide per la gestione economica dell'iperneoliberismo.
Qualche giorno fa la Trento Rise, società sconosciuta alla maggior parte dei trentini (i maligni dicono sia sconosciuta ai suoi stessi dipendenti) ha affidato alla Deloitte (http://www.deloitte.com/view/it_IT/it/chi-siamo/index.htm) uno studio di consulenza per la riorganizzazione della macchina burocratica della PAT per la modica cifra di 7,5 milioni di €. (SETTE MILIONI E CINQUECENTO MILA EURO).
Ricordo che l'amministrazione trentina, guidata dal direttore generale in pensione prorogato Dalmonego, ha già beneficiato negli scorsi anni di analoghe consulenze (per analoghi importi) da parte della stessa Deloitte.
Quali competenze abbia la Deloitte per effettuare questa consulenza non è dato sapere, soprattutto pensando al valore professionale di dirigenti e professori universitari pagati profumatamente dalla Provincia di Trento, i quali sembra non godano della fiducia del sopracitato direttore generale nella riorganizzazione del personale.
Ma soffermiamoci a vedere cosa fa la Deloitte nel mondo.
Due ambienti di consulenza mi hanno colpito particolarmente:
- Financial Advisory Services: fusioni, acquisizioni, finanza straordinaria d’impresa, due diligence (finanziaria, commerciale, integrity e operational), reorganization services, indagini conoscitive, forensic e fraud prevention;
-Tax: consulenza fiscale e societaria in ambito nazionale e internazionale.
E' una società specializzata nella fusione e riorganizzazione societaria, e nella consulenza fiscale internazionale.
Ma cosa serve al Trentino una società che si occupa di consulenza fiscale internazionale?
I più maligni di voi lettori penseranno subito a trasferimenti di denaro pubblico in paradisi fiscali, occultati agli occhi del contribuente e utilizzati come tangenti...ma io non credo sia così contorta l’idea alla base della consulenza.
Certo, il dubbio rimane.
Ma quello che più mi colpisce è la parte pseudo-legale della funzione di tale consulenza. La riorganizzazione delle strutture societarie della Provincia di Trento.
Come voi sapete la PAT è proprietaria o comproprietaria di oltre 300 società di capitale, tra cui spiccano vere e proprie casseforti della Provincia quali Dolomiti Energia Spa, ITEA Spa e altre…
Soffermiamoci un attimo su quest'ultima.



Fino al 2005 ente funzionale dell'amministrazione, fu trasformato in SPA per una 'gestione più dinamica dei processi'. Ad oggi, sembra, unico caso italiano di ente case popolari trasformato in SPA.
Il Trentino si dimostra quindi già nel 2005 introdotto nelle dinamiche economiche del neoiperliberismo, che indica la gestione privata come mezzo di controllo nei beni comuni. Insieme a Dolomiti Energia Spa infatti, ITEA Spa si trova ad avere un patrimonio completamente pagato dai contribuenti trentini nel corso degli anni, senza per questo corrispondere nulla agli stessi contribuenti per la perdita di possesso dei beni.
Personalmente considero gli oltre 10.000 appartamenti di proprietà ITEA Spa un patrimonio trentino, non personale dei suoi amministratori. Un patrimonio che deve essere gestito con le regole dell'amministrazione pubblica. Ad onor del vero fino ad oggi tali regole sono state rispettate, ma nulla impedisce di pensare che nell'arco di una notte il suo consiglio di amministrazione cambi idea e si metta a operare come qualsiasi società privata, sia in ambito di assunzioni sia in quello degli appalti per costruzione e manutenzione degli immobili.
Guardando bene il bilancio di questa società (ripeto unica in Italia nel suo genere) incappiamo immediatamente in qualche incongruenza.
I suoi dirigenti generali passano da 1 a 2 e i loro stipendi lievitano miracolosamente fino quasi a raddoppiare, potenza della 'gestione dinamica dei processi'. Oggi invece veniamo a sapere che tale mansione non è più necessaria. Infatti uno è andato in A22 e l’altro - apprendiamo dalla stampa - sarà trasferito alla Patrimonio del Trentino SpA, mantenendo il suo lauto stipendio. Inoltre il posto da dirigente del settore finanziario, area fondamentale per una Spa simile, è vacante da anni e il dirigente del settore tecnico sembra sia in procinto di essere trasferito insieme a tutti i suoi sottoposti.
Ricordo che gli amministratori politici dell'epoca, gli stessi attuali e che vogliono la riconferma, non si resero conto che una SPA ha fiscalità diverse dall'ente pubblico, la quale deve pagare IVA e ICI (poi IMU)... e finchè si trattava di IVA e ICI (totalmente restituite alle amministrazioni trentine) poco è cambiato, ma l'IMU introduce un elemento nuovo, la metà di questo rimane allo stato centrale. Quindi la metà dell'IMU pagata da ITEA Spa resta a Roma, mentre se fosse rimasta ente funzionale ne sarebbe stata esonerata. I trentini sappiano che questo giochetto ci costa 1,2 milioni di Euro all'anno.
Inoltre ITEA Spa subisce la tassazione degli utili, come qualsiasi Società per Azioni. Nel suo caso i 9,4 milioni di utili vengono tassati per 9,32 milioni, di fatto il 100% degli utili ITEA ritornano allo stato in forma di tassazione. Sommato all'IMU tale disavanzo arriva a 11,6 milioni di Euro, che il socio Provincia Autonoma di Trento deve versare ogni anno nelle casse ITEA per ripianarne il bilancio.
La domanda nasce spontanea...a chi interessa tutto ciò?
Nessuno lo sa.
Sappiamo però che si è appena costituito il Fondo Housing Sociale Trentino, per dare risposte al comparto edilizia abitativa per acquistare/costruire alloggi da destinare a canone moderato e che tramite Pensplan (fondo pensione finanziario di proprietà della Regione TAA), potrà vendere a sottoscrittori privati quote di investimento del valore di 100.000 €, non quindi un investimento diffuso, ma mirato a grandi investitori territoriali e internazionali.
Dopo tutta questo volo sulle scatole cinesi trentine, mi immagino qualcuno chiedersi: ma questo che c'entra con la Deloitte?
Apparentemente nulla...ma la società di consulenza si sta preoccupando della riorganizzazione del personale e delle aziende della PAT e come tale anche del personale ITEA Spa, trasferendo dirigenti e pezzi consistenti di personale in capo all'amministrazione pubblica. Infatti il Settore Tecnico sarà spostato all'APOP (Agenzia Provinciale Opere Pubbliche). In sostanza verrà a mancare quello che da tutti era considerato il "cuore" dell'ITEA. Sembra quasi che si appresti a creare un ITEA Spa senza personale, ma con i suoi 10.000 (a cui si aggiungeranno i 9.000 in previsione entro il 2016) alloggi in dote.
Boccone più che appetibile per una riordinamento finanziario internazionale, che prelude alla vendita degli immobili pagati dal contribuente trentino.
Chiunque abbia a cuore l'investimento fin qui fatto dovrebbe chiedere l'immediato riassorbimento di ITEA come ente funzionale della Provincia Autonoma di Trento e l'allontanamento di società di consulenza internazionali nella gestione del nostro territorio.

domenica 29 settembre 2013

Fondazione Kofler: possibile amianto adiacente l'asilo!




Il 27 settembre 2013 riceviamo una segnalazione da parte di un cittadino riguardante la possibile presenza di tegole di amianto nelle vicinanze di un asilo di Cognola (Trento). Segnalazione  corredata da foto circostanziate.
Il giorno successivo cerchiamo di capire di cosa si trattasse e facciamo un sopralluogo per confermarne la segnalazione. In effetti troviamo le tegole a pochi metri di distanza dalla recinzione dell’asilo gestito dalla Fondazione Kofler il cui presidente Roberto Avanzi, al centro di polemiche proprio per la gestione dell’asilo nel febbraio scorso (articolo di Questo Trentino del 02/02/2013 http://www.questotrentino.it/qt/?aid=13774), è attualmente capolista di Progetto Trentino.
Dalle parole di qualche abitante capiamo che le tegole sono lì da molto tempo, alcuni dicono da sempre. Gli stessi abitanti però si dichiarano tranquilli in quanto gli inerti sembrano di plastica.
In ogni caso io e Cristiano Zanella decidiamo di avvertire i Carabinieri, i quali trasferiscono la chiamata alla Polizia Municipale, all’arrivo della quale comprendiamo che il terreno ove sono depositati gli inerti è di proprietà della stessa Fondazione Kofler, a detta di colui che sembra il custode dell’orto adiacente.

Forniamo le nostre generalità alla Polizia Municipale, in quanto cittadini che segnalano la presenza di qualcosa di sospetto, e veniamo informati che il verbale verrà trasmesso alla sezione di igiene ambientale e quindi all’APSS per i controlli di legge.
Il direttore Avanzi a questo punto contatta in modo tempestivo la redazione de L’Adige e fornisce una spiegazione che sarebbe tutta da verificare: che gli inerti siano lì da poco tempo e che quando è stato fatto il sopralluogo per l’acquisto del terreno non fossero presenti.
La domanda è quindi: chi ha messo gli inerti all’insaputa del custode (o presunto tale) e dello stesso direttore?
Ovvero: il direttore dice il vero quando afferma di non sapere dell’esistenza degli inerti, visto che ammette in pratica che questi sono stati depositati sul terreno in un momento successivo all’acquisto?
E poi: anche fosse che l’Avanzi fosse all’oscuro di tutto, come ha fatto a non vedere il muretto di inerti splendidamente costruito a fianco del muro del condominio soprastante e come ha fatto a non vedere il cumulo di inerti ivi presente?
Sollecitiamo quindi un’intervento deciso delle autorità competenti al fine di capire le responsabilità e chi siano i soggetti che si aggirano in Trentino che scaricano materiali potenzialmente pericolosi e contenenti amianto nelle immediate vicinanze di asili, all’insaputa degli stessi gestori (!?).
Rimandiamo al giudizio dei lettori, osservando le foto, la valutazione del tempo di deposito degli inerti.

Politicamente siamo inorriditi nel pensare che il capolista di coloro che pensano di governare il Trentino sia corresponsabile (anche solo per negligenza di controllo) della vicinanza di possibili inerti contenenti amianto all’area giochi dell’asilo che dirige per conto di una Fondazione trentina così prestigiosa. Pensiamo inoltre che il candidato Presidente Mosna debba comprendere bene le possibili implicazioni di tale scelta.

Inoltre le polemiche passate e l’attuale situazione ci fanno ancor più convinti che occorra una mano pubblica diretta nella gestione dei Beni Comuni, per evitare che si ripetano episodi di questa portata in futuro.
Così come vogliamo che il trasporto pubblico sia gestito direttamente dalla Provincia, per evitare mancati controlli ai mezzi e orari non compatibili con la sicurezza nostra e dei nostri figli, così vogliamo che le strutture scolastiche siano pubbliche, o che quantomento abbiano gli stessi controlli del pubblico.
Come sempre le colpe di pochi ricadono sui molti che operano bene, e speriamo quindi che, nel caso in cui vengano alla luce responsabilità interne alla Fondazione, gli elementi responsabili siano prontamente rimossi e sostituiti da personale di specchiata onestà.


Cristiano Zanella
Paolo Vergnano
Movimento 5 Stelle

mercoledì 25 settembre 2013

Nido? Un lusso! Scuola politica? Detassata. E la Cisl? Apriamo ai privati!

Sconcertante oggi leggere le pagine dei giornali che parlano di scuola.
Ricordiamo che la Costituzione obbligherebbe - il condizionale ormai è certezza - a finanziare la scuola come bene primario della nazione.
Ma ormai, chi si può permettere un'istruzione completa e tranquilla per i propri figli sta diventando una minoranza. Il tempo pieno, quasi obbligatorio nella nostra provincia, risulta gravato dalla mensa, che può arrivare a costare 4,5€ a bambino. Ma nessuno ci dice quanto costi produrre i pasti. Vorremmo saperlo, in quanto si tratta di offrire ai privati un (giusto) compenso per il lavoro svolto. Ma se questo vuol dire strozzare le famiglie e permettere ai sindacati di pensare di aprire ai privati vuol dire che la politica ha abdicato alla propria funzione: la programmazione delle risorse.
E allora si pensa al project financing, che in questo caso vuol dire solo bloccare il contratto di fornitura per un decennio ammazzando concorrenza e risparmi futuri per un indefinito risparmio momentaneo, a favore di qualche azienda prestabilita. E che siano i sindacati a proporlo risulta indecente.


Se poi pensiamo agli asili nido il discorso si fa sconcertante.
Il Trentino si fregia di avere un altissimo indice richieste/posti assegnati.
Ma nessuno chiede alle famiglie il perché si preferisca abbandonare il posto di lavoro piuttosto di pagare la retta del nido.
Semplice, spesso la retta equivale allo stipendio.
Ed è la donna a subirne le conseguenze. Senza lavoro, costretta - salvo rari casi di scelta personale - a stare a casa, per poi non trovare più un'occupazione qualche anno più tardi. E poi parliamo di diritti del mondo femminile.
Se le nostre donne rappresentanti in consiglio provinciale pensassero meno alla loro poltrona e al loro stipendio e di più ai diritti delle famiglie e delle donne normali, non saremmo a questo punto.
L'unica battaglia combattuta efficacemente nella politica trentina per una donna è stata la costituzione di dell'Accademia della Montagna di Iva Berasi.
Ma dove vanno i soldi delle nostre tasse?
Possibile che la scuola sia così dimenticata dai nostri politici?
Guardiamoci intorno e lo scopriremo.
Sedi delle amministrazioni faraoniche, colabrodi energetici che servono solo a consumare energia, finanziamenti senza controllo ad aziende e associazioni amiche,  Comunità di Valle, consulenze senza controllo, decisioni di spesa senza dibattito cittadino.
Ma ancora più sconcertante è la notizia - che l'informazione tiene nascosta - che la retta per la scuola politica organizzata dai partiti (PD e PDL in testa) sarà detraibile per il 52%, mentre quella degli asili nido rimarrà al 19% (con tetto di 600 € beninteso!!)!
Una votazione della Commissione Parlamentare competente ha decretato l'approvazione della detrazione, con buona gaudio degli studenti di tali ‘scuole politiche’ e buona pace dei genitori dei bambini iscritti agli asili nido.
Il problema è che i politici credono che la cosa pubblica sia cosa loro.
È invece cosa di tutti. E tutti ne devono essere informati.
Per questo il Movimento 5 Stelle vuole rifinanziare efficacemente la scuola pubblica, combattendo gli sprechi e le attività pseudomafiose che vi si annidano per farne ritornare centrale l'attività per tutta la società: la formazione di un adulto consapevole.
Certo anche questo progetto ha un costo: si chiama meritocrazia. Soprattutto per il personale docente, che siamo sicuri sia pronto ad accogliere la sfida di una scuola moderna, dinamica, qualitativa, internazionale e meritevole. Senza lasciare indietro nessuno, ma senza perdere le eccellenze che questa può formare.
La scuola tutta, dal nido all'università.
Bene comune primario, che deve essere rifinanziato e reso più fruibile a tutti.

Magari a scapito di qualche amico dell'assessore di turno.

martedì 24 settembre 2013

Chi copia e chi studia.

Quando andavo a scuola gli insegnanti punivano chi si faceva 'beccare' a copiare.
Le punizioni paventate andavano dalla cancellazione del compito (il terrorizzante 4!!), alla nota sul diario, all'espulsione.



Io credo che gli insegnanti presenti nelle liste che si approcciano alle elezioni provinciali del prossimo 27 ottobre applichino quotidianamente questa politica nelle loro classi.
Per due motivi: 1) chi copia ruba il lavoro altrui; 2) chi copia non ha studiato, quindi non ha imparato, quindi non potrà mai applicare quello che ha copiato.
Ma chi si macchia di questo comportamento in campagna elettorale non solo truffa sé stesso e le persone a cui ha copiato, ma truffa gli elettori.
Chi chiede il voto per la guida di una provincia, o per fare un'opposizione seria, deve aver studiato a fondo le proprie proposte.
Il Movimento 5 Stelle da un anno e mezzo sta studiando il sistema del Trasporto Pubblico Gratuito secondo i dettami europei. È una convinzione di tutti i candidati, non solo dei proponenti.
Personalmente trovo alquanto strano il comportamento di Arisi. Presentarsi al dibattito del 18 settembre scorso, parlare in generale di trasporto pubblico, dichiararsi stupito della possibilità della nostra proposta che immagina una Provincia Green avente per asse portante il Trasporto Pubblico Gratuito e dopo pochi giorni elaborare addirittura una manifestazione ad uso giornalistico copiando il programma altrui, senza conoscerne nè i significati e i risvolti economici nè tantomeno quelli organizzativi. Ma soprattutto senza citare la fonte dell'idea.
Ma SEL ci ha abituato a questo ed altro.
Mi chiedo come gli insegnanti presenti in quella lista possano entrare in classe e punire i loro studenti che copiano.

E mi chiedo, succedesse in Germania...cosa accadrebbe? Già, lì i Presidenti della Repubblica si dimettono se copiano. Lí!