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Movimento 5 Stelle

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martedì 20 agosto 2013

N.O.T. Rischio alluvioni, slittamento apertura e aumento dei costi

Il nuovo ospedale N.O.T. di Trento vedrà la luce e il suo completamento nel 2020.
In verità i lavori sarebbero dovuti terminare in 5 anni al massimo ma, prima ancora di cominciare, la Provincia (attraverso L'Adige) ha già fatto sapere che 'vista la complessità' dell'opera i lavori slitteranno di qualche anno.
Certo, il principale sostenitore del N.O.T., il dott. Ugo Rossi, non avrebbe mai pensato che la zona prescelta fosse a rischio inondazioni. Il Servizio Bacini Montani è stato investito solo ora del problema e quindi, solertemente, stanno creando un gruppo di lavoro per mettere in sicurezza l'area.
Crediamo però che un ragionamento l'Assessore Rossi l'avrebbe dovuto fare precedentemente, magari chiedendo PRIMA la consulenza al Servizio Bacini Montani, e solo DOPO chiudere gli appalti.
Ricordando che in Italia lo slittamento dei termini di consegna di un'opera viene sempre accompagnata dalla lievitazione dei costi, possiamo presumere che il N.O.T. non costerà 'solo' 1,8 MILIARDI di €, ma facilmente supererà, e di molto, i 2 miliardi. Impregilo ringrazia.
Ci chiediamo se il fatto che non sia stato considerata l'eventualità delle inondazioni non sia motivo di indagine della Corte dei Conti, in quanto atto sicuramente lesivo nei confronti della spesa di denaro pubblico.

Tutto questo per avere un ospedale con 200 posti letto in meno rispetto l'attuale Santa Chiara e costruito con il sistema perverso del Project Financing

Ricordiamo che il Project Financing è un sistema che sposta l'investimento a 'semplice' canone d'affitto, in modo da nasconderlo nel bilancio dell'ente. Questo metodo porta con sé l'aumento di costo dettato dalla quota finanziaria e la commessa di intermediazione del privato che opera dietro il castello finanziario. Ma l'effetto ancora peggiore è che porterà l'Italia ad avere un balzo del debito pubblico tra qualche anno, incalcolabile ad oggi. 
Probabilmente le milionarie consulenze pagate con i soldi dei contribuenti per far avere la tripla A al Trentino hanno calcolato anche questa eventualità, ma anche fosse il contrario chi mai chiederà il conto alla società di consulenza, al dirigente responsabile e alla classe politica che ha avvallato questo scempio? 
La risposta l'abbiamo tutti: nessuno.
L'unica maniera per cambiare le cose è quella di voltare pagina.
Votare persone che offrono il proprio impegno non per ingrassare l'amico di turno, ma per la collettività.
Questa possibilità c'è. Vediamo se riusciremo a coglierla.
Il Movimento 5 Stelle promette di non continuare in questo metodo. Promette condivisione e informazione. Promette referendum nelle decisioni importanti, senza quorum e che impegni l'amministrazione alla volontà dei cittadini.
E si impegna a non lasciare i territori scoperti, a non far chiudere gli ospedali periferici, a mantenere la vita possibile in tutte le valli del Trentino.



lunedì 12 agosto 2013

La difficoltà di comprendere il Movimento da parte della Casta

Comprendiamo la difficoltà nel capire cosa sia il Movimento 5 Stelle da parte delle ‘autorità’ costituite (altrimenti dette ‘La Casta’) ma il nostro messaggio è chiaro.
Noi siamo cittadini, siamo famiglie, siamo lavoratori, siamo disoccupati, siamo imprenditori, siamo artigiani, siamo mamme, siamo figli, siamo padri, siamo single, siamo omosessuali, siamo eterosessuali, siamo cristiani, siamo atei, siamo di qualunque credo...siamo cittadini.
Quindi incontriamo cittadini.
Se tra i cittadini ci saranno presidenti o politici...non importa.
Noi siamo dell’idea che siamo noi cittadini a dover dire di cosa abbiamo bisogno, non il Movimento ad indicarlo.
Tantomeno un apparato politico di qualsiasi partito, i quali hanno chiaramente fallito nella loro missione che è ascoltare le necessità della gente e con loro elaborare le soluzioni.
Noi facciamo gli incontri con i cittadini per ascoltare i loro problemi e anche le eventuali soluzioni.
Abbiamo grande rispetto per gli italiani tutti e crediamo che insieme possiamo creare un mondo migliore.
Ma insieme.
Chiunque voglia provarci, con la fatica e l’impegno necessario, è il benvenuto.
Chiunque voglia aiutarci, aiuta sè stesso.
Chiunque voglia ascoltarci capirà la motivazione delle nostre idee.
Per questo vogliamo incontrare i cittadini, che siano artigiani, commercianti, lavoratori, disoccupati e non ci interessa fare accordi in buie stanze.



sabato 10 agosto 2013

Cromo esavalente in Val di Sella



La notte di San Lorenzo è buia, che più buia non si può. Non parliamo della notte delle stelle cadenti, ma di quella di cava San Lorenzo, in Val di Sella, territorio comunale di Borgo Valsugana. A inizio degli anni ottanta nella discarica di materiali di origine industriale venivano conferiti, con relative autorizzazioni, polveri di abbattimento fumi delle acciaierie. Fra il 2012 e il 2013 sono state fatti degli scavi ed analisi chimiche, nell’ambito di un’inchiesta ambientale della Procura della Repubblica di Trento, in collaborazione con i Forestali dello Stato.


Ora si scopre la presenza di cromo esavalente. Si tratta di una sostanza che la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) classifica come cancerogena. L’esposizione a cromo esavalente è una delle possibili cause di tumore al polmone: l’apparato respiratorio rappresenta il principale bersaglio dell’azione tossica.


Pochi giorni fa (inizio agosto 2013) il sindaco di Borgo, con ordinanza, ha vietato di consumare l’acqua proveniente dalle tre sorgenti inquinate (destinatari sono tre soggetti privati residenti a Borgo e Castelnuovo), ha vietato il passaggio nell’area dell’ex cava ed ha spedito una lettera di diffida all’acciaieria di Borgo Valsugana (in liquidazione) e «ai signori Leali (ex proprietari), al fine di procedere immediatamente ai necessari interventi di bonifica del sito fonte di inquinamento ambientale».


L’ex cava che non sembra un’ex cava. Chi fino a ieri passava per San Lorenzo non poteva immaginare cosa stava là sotto. Tutto è apparentenete verde, bello, eccetto alcuni alberelli un po’ troppo sottili e con foglie un po’ troppo chiare, che non passano inosservati agli occhi attenti degli esperti. Sul sito ha lavorato soprattutto il Nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato.


L’Appa ha prelevato campioni di vegetale, per valutare l’eventuale presenza di inquinante. «In esito a questi esami sapremo se tali vegetali potranno rimanere sul sito oppure se dovranno essere smaltiti altrove, nel senso che la procedura ipotizzata per la cava di San Lorenzo dovrà consistere nell’abbattimento di tutta la vegetazione soprastante e la completa copertura del sito con appositi teloni (circa 3000 metri quadrati)».


Dopo un primo campionamento con la fluorescina, un tracciante che permette di cogliere la presenza di sostanze inquinanti, che non aveva portato risultati, è stata fatta una seconda campagna di indagini empiriche, mediante l’utilizzo di altro tracciante. «Dopo qualche mese di attesa - si legge nel comunicato firmato dal sindaco Fabio Dalledonne - ecco apparire le prime tracce, significative. Veniva così dimostrato il collegamento tra il punto A (fonte dell’inquinamento) ed il punto B (sorgenti inquinate). A distanza quindi di circa un anno e mezzo dall’inzio delle ricerche, si dimostrava il nesso di causalità».


Cosa succederà ora? Dal Comune è partita una lettera alla vecchia proprietà delle Acciaieria, destinatari Dario e Cesare Leali, per chiedere di procedere in brevissimo tempo alla bonifica del sito. Un’operazione che prevede una spesa di circa 50 mila euro.


«In collaborazione con l’Appa, con cui siamo stati sempre in contatto, abbiamo deciso di optare per la messa in sicurezza dell’intera area di circa 3 mila metri quadrati», ha dichiarato il sindaco. Tutta la vegetazione che si trova nella parte sopra l’ex cava verrà abbattuta e, per impedire all’acqua piovana di entrare nella falda, la zona sarà coperta con dei teloni».


Le indagini non sono finite. A valle del primo tornante della provinciale per Sella saranno messi nuovi piezometri per controllare la falda esistente in zona. Il sindaco rassicura: l’inquinamento non riguarda l’acquedotto; l’acqua del rubinetto si può bere. E menomale.


Di questa vicenda avevamo parlato un anno fa. Anche di questo parla LA FARFALLA AVVELENATA (Città del Sole Edizioni). Ancora VELENI in Valsugana (e non solo in Valsugana). Ed è buia la notte di San Lorenzo.

Andrea Tomasi e Jacopo Valenti




venerdì 9 agosto 2013

La difesa delle PMI si fa coi fatti, non con le parole


Trovo comprensibili le parole sentite ieri durante la conferenza stampa di Rete Imprese Italia in cui si indica il Movimento 5 Stelle come soggetto da osservare ma con cui non si possono ancora fare accordi.
Per 2 motivi.
Il primo è che il Movimento 5 Stelle si presenterà da solo, senza coalizione, alle elezioni Provinciali di ottobre, partendo quindi sfavorito grazie alla legge elettorale voluta dal partito unico Centrosinistraautonomista e PDL-Lega per la loro prosecuzione politica.
Il secondo è per l’oggettiva difficoltà nel creare momenti di confronto con le associazioni interessate.
Invitiamo però a leggere quello che dicevamo nel novembre 2012 proprio a sostegno delle necessità delle piccole e medie imprese trentine:

“La nostra azione sarà volta a:
1) contenere ai livelli minimi previsti dalla legge nazionale le aliquote delle imposte relativamente alle quali la PAT ha margini di scelta, come l’addizionale regionale;
2) azzerare i contributi alle imprese (oggi più di € 400 milioni) così come attualmente strutturati, sostituendoli con una forma di ristorno alle imprese in proporzione all’IRAP versata...”

e nel successivo programma nazionale, in cui ai primi 2 punti c’è il reddito di cittadinanza e proprio il sostegno alle piccole e medie imprese.

Inoltre a livello nazionale e nelle amministrazioni locali, siamo gli unici ad aver devoluto una parte cospicua della retribuzione dei nostri eletti proprio per il sostegno alle piccole e medie imprese, legiferando (ove le altre forze lo consentivano) in sostegno di queste.
Ricordiamo quindi che il Movimento 5 Stelle si è accorto per primo della sofferenza delle piccole e medie imprese che sono schiacciate da un sistema che predilige la contribuzione all’impresa multinazionale, politica attuata dal dellaismo col contributo di Patt-Upt-PD e con la connivenza di tutte le forze politiche attualmente presenti in Consiglio Provinciale.

Vogliamo incontrare artigiani e imprenditori, ma ci siamo accorti della loro sofferenza già dalla nascita del Movimento in Trentino. Perchè noi siamo famiglia, siamo rete, siamo imprenditori, siamo lavoratori....siamo cittadini che partecipano.

Sfidiamo quindi tutti i soggetti politici a confrontarsi sull’argomento, in pubblico, con la partecipazione dei soggetti interessati (artigiani, piccole imprese, lavoratori autonomi) e a sottoscrivere un impegno per il sostegno ai soggetti territoriali, da attuare indipendentemente dalla compagine di governo provinciale che uscirà dalle urne di ottobre.

Il Movimento 5 Stelle non agisce su appetiti elettorali, ma sostiene e cerca soluzioni ai reali problemi dei cittadini.

Lease-back e fallimento della politica economica provinciale

whirlpool-protesteGentile direttore,
dalla Sony di Rovereto in poi continuiamo a vedere multinazionali che portano in Trentino produzioni al limite dell’agonia giusto il tempo di sfruttare al massimo i finanziamenti generosamente offerti con i nostri soldi.
Ora il sistema è cambiato. Per un qualche motivo, a mio avviso inspiegabile, si sceglie di acquistare i beni immobili dell’azienda in difficoltà, per poi far pagare un affitto concordato alla stessa. Decine le aziende beneficiarie di questo sistema, che però ha dei punti oscuri.
Primo: l’operazione viene effettuata per mano di una società privata , a capitale pubblico ma pur sempre privata con dinamiche proprie. I nomi di Trentino Sviluppo, Trentino Marketing e Network saranno nel futuro i nostri più grossi voraci fagocitatori di denaro pubblico. Saranno preposti a finanziare, senza possibilità di un controllo reale, qualsiasi operazione industriale, turistica o commerciale nella nostra Provincia.
Chi ci garantisce che la valutazione degli immobili sia effettuata nell’interesse dei finanziatori (i trentini) e non nell’interesse dell’azienda o peggio di qualche mediatore? Credo la risposta sia: nessuno.
Qualcuno pensa poi all’altra metà del cielo? Ovvero alle piccole e piccolissime imprese. Che non solo non trovano i finanziamenti nel mercato bancario, ma si trovano ad essere totalmente escluse dagli aiuti provinciali.
Come dichiarato più volte dai presidenti delle associazioni di categoria. Dobbiamo darci dei princìpi di lungo termine, semplici, eguali per tutti, che non necessitino di «commissioni di valutazione» e che possano resistere alle variazioni temporali.
Princìpi che in prima battuta sostengano l’economia locale e parallelamente incentivino la creazione di produzioni sane e innovative, ma soprattutto che restituiscano agli imprenditori il loro mestiere: il rischio d’impresa. Ecco alcune proposte.
1) Abbattere il cuneo fiscale dei lavoratori in Trentino, aumentando il netto in busta paga e non abbattendo costo aziendale del lavoratore. Questo permetterebbe ai lavoratori di poter tornare a investire su beni (futili e immobiliari) e servizi trentini.
2) Diminuire drasticamente la tassazione delle imprese. Irap da cancellare, Ires da dimezzare. Fatto che indurrebbe le aziende a cercare l’utile aziendale, e quindi una sana economia produttiva.
Lettera pubblicata su L’Adige il 03 luglio 2013
Whripool Vergnano