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Movimento 5 Stelle

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venerdì 9 agosto 2013

Lease-back e fallimento della politica economica provinciale

whirlpool-protesteGentile direttore,
dalla Sony di Rovereto in poi continuiamo a vedere multinazionali che portano in Trentino produzioni al limite dell’agonia giusto il tempo di sfruttare al massimo i finanziamenti generosamente offerti con i nostri soldi.
Ora il sistema è cambiato. Per un qualche motivo, a mio avviso inspiegabile, si sceglie di acquistare i beni immobili dell’azienda in difficoltà, per poi far pagare un affitto concordato alla stessa. Decine le aziende beneficiarie di questo sistema, che però ha dei punti oscuri.
Primo: l’operazione viene effettuata per mano di una società privata , a capitale pubblico ma pur sempre privata con dinamiche proprie. I nomi di Trentino Sviluppo, Trentino Marketing e Network saranno nel futuro i nostri più grossi voraci fagocitatori di denaro pubblico. Saranno preposti a finanziare, senza possibilità di un controllo reale, qualsiasi operazione industriale, turistica o commerciale nella nostra Provincia.
Chi ci garantisce che la valutazione degli immobili sia effettuata nell’interesse dei finanziatori (i trentini) e non nell’interesse dell’azienda o peggio di qualche mediatore? Credo la risposta sia: nessuno.
Qualcuno pensa poi all’altra metà del cielo? Ovvero alle piccole e piccolissime imprese. Che non solo non trovano i finanziamenti nel mercato bancario, ma si trovano ad essere totalmente escluse dagli aiuti provinciali.
Come dichiarato più volte dai presidenti delle associazioni di categoria. Dobbiamo darci dei princìpi di lungo termine, semplici, eguali per tutti, che non necessitino di «commissioni di valutazione» e che possano resistere alle variazioni temporali.
Princìpi che in prima battuta sostengano l’economia locale e parallelamente incentivino la creazione di produzioni sane e innovative, ma soprattutto che restituiscano agli imprenditori il loro mestiere: il rischio d’impresa. Ecco alcune proposte.
1) Abbattere il cuneo fiscale dei lavoratori in Trentino, aumentando il netto in busta paga e non abbattendo costo aziendale del lavoratore. Questo permetterebbe ai lavoratori di poter tornare a investire su beni (futili e immobiliari) e servizi trentini.
2) Diminuire drasticamente la tassazione delle imprese. Irap da cancellare, Ires da dimezzare. Fatto che indurrebbe le aziende a cercare l’utile aziendale, e quindi una sana economia produttiva.
Lettera pubblicata su L’Adige il 03 luglio 2013
Whripool Vergnano

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