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Movimento 5 Stelle

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lunedì 9 settembre 2013

Dismissioni. Privatizzazioni. Presidenzialismo.

Proviamo a ragionare, da semplici cittadini.
Il nostro vivere in comune si basa sulla sussidiarietà, sull'aiuto che ognuno offre all'altro.
Tutti noi paghiamo le tasse, o perlomeno una parte del dovuto, al fine di ricevere qualcosa in cambio in funzione di servizi, infrastrutture, scuola, salute, trasporti, difesa, giustizia. Tutti beni che autonomamente e singolarmente non potremmo permetterci.
La democrazia si basa quindi sulla gestione dei beni comuni, in funzione della maggioranza della popolazione.
Pensiamo per un attimo se non esistessero i beni comuni. Niente strade costruite con i soldi delle imposte, nessun ospedale pubblico, nessuna scuola finanziata dalle imposte, nessuna giustizia libera e autonoma. Potremmo pensare di vivere meglio in una situazione simile, non avremmo tasse da pagare, non avremmo nessuna imposizione da ottemperare, ma avremmo piccoli gruppi di persone che gestiscono il territorio senza costruire nessuna opera.
Non potrebbe durare a lungo, qualcuno prenderebbe il sopravvento e diventerebbe il tiranno di turno al fine di ottenere parte del guadagno-raccolto e con la presunzione di difendere la popolazione. Fintanto che gli strati economicamente più importanti agirebbero per sovvertire l'ordine costituito e operare una rivoluzione, più o meno cruenta.
E finchè si tratta di guerre intestine al potere, il popolo sarebbe solo spettatore, magari coinvolto nelle guerre e trucidato, ma senza aver la possibilità di esprimere un desiderio qualsiasi. Ma per ottenere un vero lunghissimo periodo di potere economico e sociale, occorre che la pace sociale - quantomeno all'interno di uno stato - regni sovrana. Per ottenere questa pace interna le aree economiche dovrebbero utilizzare la forza detonante di tutta la popolazione, che, imbracciate armi primordiali ma in moltitudine, agiscano nel nome della democrazia e della redistribuzione del reddito.
Le Costituzioni nascono così. Contro un tiranno e con l'unico fine di unire il popolo in un unico corpo, con milioni di cellule che si aiutano l'un l'altra, che si sostengono nei momenti difficili e dividono il benessere nei momenti di crescita. Un corpo che aspira a stare sempre meglio, ma insieme, che vuole offrire a tutte le sue parti la medesima opportunità di successo, senza mai prevaricare altre cellule...altri individui.
La ricchezza che produce un tale corpo è talmente elevata, e la sua forza è talmente grande, che può avvenire che alcune parti di esso abbiano il tempo e la posizione per decidere di diventare i nuovi tiranni. Non essendo possibile invadere o fronteggiare una forza così organizzata, la mina dall'interno. 
Il primo obiettivo è far credere a ogni cellula che la sua vita sia infelice, che abbia diritto a una crescita maggiore, che il suo fine sia prevaricare legalmente sugli altri, in modo da accumulare ricchezze non consumabili neppure dopo generazioni di sperperi. Non quindi una crescita culturale, ma meramente economica. E quando questo avviene alcune di queste cellule si organizzano, si uniscono, senza farlo sapere alle altre, ma anzi mimetizzandosi con esse, facendo credere di avere gli stessi intenti.
Ma mentre le une lavorano quotidianamente per avere il necessario per una vita dignitosa, le altre diventano un tumore pensante che ha come fine unico l'erosione delle risorse personali delle prime più numerose. Raccontano quindi che per salvare l'economia occorra tassare poco i molti - togliendo porzioni di reddito enormi a milioni di individui -  e che il reddito dei pochi ricchi debba essere preservato, in quanto vero motore del benessere dei più.
Sempre rimanendo nell'alveo delle Costituzioni fanno credere alle molte che occorra un periodo di riforme, al fine unico di offrire possibilità di crescita ancora maggiori.
Quindi le convincono che occorre lavorare di più, essere più tassate e avere meno servizi, per fornire linfa vitale agli investimenti faraonici che forniranno a loro stesse - la popolazione - ricchezza e benessere...e lavoro.
Per fare questo utilizzano l'informazione, la formazione, la scuola - servizi completamente pagati coi soldi di tutti i cittadini - per far passare l'idea che investire i soldi pubblici sia fondamentale per la crescita...per poi demonizzare l'amministrazione che queste opere gestisce per conto e in nome della società.
E chi dovrebbe gestire queste opere - ricordiamo pagate dalla collettività - se non i privati, così bravi a gestire e far profitti per conto dei propri investitori?
Proprio loro dovrebbero essere incaricati di questo oneroso compito sociale, le società private.
In questa maniera i tumori pensanti convincono le cellule sane lavoratrici a farsi regalare i beni comuni, prima in cambio di poche monete, poi, una volta che le casse dello stato sono svuotate da corruzione e sperpero, si propongono come costruttori e gestori dei servizi...in cambio di un affitto mensile e della gestione economica e capitalistica, naturalmente.
Così le cellule lavoratrici si impegnano, impegnano il frutto del loro lavoro e quello dei loro figli, per la costruzione di opere inutili, non funzionali, ma garantite economicamente da questo impegno.
Pochi guadagnano cifre inimmaginabili e molti ne pagano le conseguenze in termini di diminuzione di scolarizzazione, sanità, trasporti...ma con il contemporaneo aumento dell'imposizione fiscale.
E così ritorniamo ad essere sotto un tiranno, ma senza conoscerlo, senza poterlo vedere in faccia, senza poterlo defenestrare. Perchè questo ha agito nell'alveo delle leggi, o almeno così ci fa credere.
Cosa possiamo noi, semplici cittadini inermi contro tutto questo?
Semplice, imbracciamo i forconi, ma non quelli appuntiti che servono per raccogliere il fieno, ma i forconi democratici. La matita elettorale è il nostro forcone e dobbiamo imbracciarlo bene, convinti che uniti si possa sovvertire i nuovi tiranni.
Quindi, quando sentiamo il termine di Project Financing, gestione privata dei servizi pubblici, inasprimento delle tasse in funzione di aumenti di spese faraoniche e inconcludenti, riforme istituzionali,  rivolgiamo la mina della nostra matita elettorale altrove, e estirpiamo le cellule che hanno pensato questi tumori sociali.
Non per cancellare l'imprenditoria privata e il libero mercato, ma per evitare che questi diventino tumori e che sia necessaria una vera rivoluzione dagli esiti ancora più nefasti.
Insieme, come recitano tutte le Costituzioni del mondo.


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